I Corsi Disindustrial
La tua idea, la tua impresa | Disindustrial 3° classificato 6 Ottobre 2011 - TREVISO
La Provincia di Treviso per la Giovane Imprenditoria: sono stati premiati quest’oggi al Sant’Artemio i vincitori della VI edizione del Concorso per idee e progetti a favore della giovane impresa della marca trevigiana – “La tua idea, la tua impresa”.  Presentato, inoltre, il monitoraggio provinciale effettuato sulle “aziende che hanno sfidato la crisi”. E, per l’occasione, è stato consegnato un riconoscimento a 2 aziende trevigiane che hanno conquistato un premio internazionale prestigioso, il XXII Compasso d’Oro ADI: l’Arper spa e l’Hangar Group.
3° classificato – Alberti Elena e Simona Adami, residenti a Treviso, con il progetto “Disindustrial artigianato artistico”.
Trasforma il tuo hobby in lavoro Febbraio 2011 - COSMOPOLITAN
I MOBILI ispirati alla POESIA Dalla creatività anticrisi di due donne under 30 nasce disindustrial, un laboratorio di restauro artistico eco. CASA NATURALE - n.31 - Ottobre 2010
E' un'attività di cui il mercato avrebbe un gran bisogno, giovane e made in Italy. Le protagoniste sono due giovani sotto i trent'anni che hanno saputo trasformare in un mestiere la loro passione per il design e la sensibilità eco. Proprio in tempo di crisi. Elena e Simona hanno scelto di cambiare vita e abitudini, di investire denaro, tempo ed energie in un progetto che non amano chiamare azienda , perché definizione troppo "commerciale", quanto piuttosto laboratorio. Il nome Disindustrial già spiega gli obbiettivi che si sono poste:"E' un neologismo" spiega Elena "in cui il prefisso Dis indica la volontà di slegarsi dal concetto industriale, dai mobili fatti in serie". Arte, design, riciclo trovano il giusto equilibrio nelle opere che il team tutto femminile di Disindustrial realizza. Il concetto da cui partono è quello di recuperare, anche su commissione, nei mercati del nord-est attorno a Treviso, i mobili in disuso, pezzi vintage antichi e moderni per dare loro una seconda vita, guardarli con occhi nuovi mettendo in atto un'operazione di restyling artistico che dà a tavoli, sedie, librerie, specchiere, lampade e poltrone un valore aggiunto. Grande attenzione verso l'ambiente anche nella scelta dei materiali: solo vernici e colori ad acqua, tessuti, stoffe e carte da parati da utilizzare come inserti decorativi; ma anche legno e altri prodotti di scarto, sempre di qualità.
Sono tutti oggetti originali, "mobili d'autrice", frutto di un modo diverso di concepire il mestiere del restauro. "Abbiamo adottato due metodi per produrre oggetti d'arredo" dicono, "uno è quello dei mobili che facciamo di nostra iniziativa che hanno motivi ricorrenti ispirati a racconti, alla poesia e all'arte;l'altro è quello su committenza che parte dal presupposto che ogni oggetto è unico. In questo caso facciamo uno studio preventivo dell'ambiente in cui il mobile sarà collocato per adattarlo ai luoghi ed alle esigenze personali".E fino ad ora Elena e Simona sono soddisfatte tanto del bilancio etico che di quello economico di Disindustrial. "Ci vorrà del tempo prima di poter parlare di guadagno vero e proprio ma in fondo è il rischio che si corre sempre quando si fa un investimento, lo sapevamo fin dal principio".L'attività avviata infatti da Elena e Simona è infatti recente anche se ha alle spalle un percorso progressivo, concretizzatosi un anno fa. Attualmente la loro sede si trova all'interno di un magazzino di Treviso che hanno adibito a shop, ma l'intenzione è di trasferirsi presto nel quartiere Filanda, una piccola oasi nei dintorni della città veneta che raccoglie studi di architettura e di design, il luogo ideale per farsi conoscere anche dagli addetti dei lavori. Disindustrial è organizzato e promosso da una squadra femminile, Elena e Simona in prima linea coadiuvate, a seconda della necessità, da collaboratrici esterne: "Ci siamo create un'alternativa possibile ala crisi del mercato del lavoro", aggiungono. "Per noi, donne under trenta, Disindustrial rappresenta proprio il modo per allontanarsi da occupazioni che concedono solo contratti a tempo determinato e poi di tempo te ne chiedono sempre troppo, tutto quello che hai.
Ci simo inventate un modo per essere libere, per poterci autogestire, qualcosa di nuovo che fosse espressione delle nostre passioni più intime". Difficoltà iniziali? Elena racconta che ce ne sono state, soprattutto da un punto di vista burocratico e amministrativo ma in numero inferiore se paragonate alle aspettative. "Probabilmente il nostro entusiasmo, l'ottimismo, la voglia di fare erano tali da farci superare serenamente qualsiasi ostacolo. In realtà i problemi più grossi li abbiamo avuti prima di questa esperienza, quando sia io che simona ci occupavamo di altro. Per entrambe questo laboratorio è stata una scelta di cambiamento radicale. Io sono laureata in Storia dell'Arte; deviare dalla carriera di insegnante è stato un rischio ma sentivo di voler dedicare il mio tempo ad un'attività che mi piacesse veramente, che non mi costringesse in giornate prestabilite e monotone. Per Disindustrial mi occupo della parte commerciale e della ricerca di mobili e tessuti. Simona ha studiato all'Accademia di Belle Arti ma ha fatto anche molti altri mestieri, la segretaria amministrativa ad esempio, in settori che imprigionavano la sua creatività; ora finalmente può dedicarsi solo al restauro". Tra i progetti per il futuro Elena e Simona hanno messo in cantiere l'idea di realizzare una linea interamente dedicata ai bambini fino ai quattro anni, ampliando così l'offerta. "Da parte dei clienti abbiamo incontrato grande entusiasmo. Molti sono venuti a conoscerci attraverso che mostre che abbiamo fatto nella provincia di Treviso, altri attraverso il nostro sito internet o tramite Etsy, un portale simile ad E-bay dove è possibile comprare prodotti artigianali. E' già noto negli Stati Uniti ed inizia ad essere conosciuto anche in Europa".
Guarda il PDF dell'articolo

Industrial o disindustrial: dubbio amletico per il design 11 novembre 2010
Riviste specializzate, blog, approfondimenti, trasmissioni televisive: quella dell'industrial design è una definiziona ormai famigliare. Subito associamo queste parole a qualche oggetto ricercato, che utiliazziamo qutidianamente o che vorremmo possedere, frutto della progettazione tecnica ed estetica e della produzione industriale. Ma se vi parlassi di disindustrial design...cosa riuscite ad immaginare?
E' questa una definizione molto curiosa che ha attirato la mia attenzione e mi ha portato a scorpire un'azienda trevigiana tutta al femminile, che si appresta ad entrare nel mondo del living concept proponendo prodotti a metà tra l'arte e il design [...]
I vecchi mobili si trasformano in modo non banale, fantasie artistiche, come le mongolfiere di Fornasetti, o capolavori della letteratura si fondono con strutture a noi care...
Leggi l'articolo completo su borgocreativo.it

Le interviste della domenica: Disindustrial Di Tostoini • 24 ott, 2010 • Categoria: Invenzioni e Ri-uso creativo
Quello di Elena Alberti e Marina Meloncello loro è un progetto giovane, che a partire da pezzi di modernariato selezionati con attenzione crea pezzi nuovi che non solo solo restaurati, ma reinterpretati creativamente.
Il tutto con un'attenzione all'ambiente e alla filosofia per cui le cose devono essere fatte per durare, non solo il tempo di una stagione, usando solamente vernici e colori a base d'acqua.
Abbiamo fatto loro qualche domanda per capire qual è l'idea dietro Disindustrial e come è stata messa in pratica:
Parlateci un po' di voi
Disindustrial è un progetto giovane che riporta in vita preziosi mobili di modernariato, selezionati tra il miglior vintage italiano. Per noi il recupero è il punto di partenza da cui nascono le nostre idee, l'obbiettivo è uno stile intelligente. Mobili, librerie, specchiere, tavoli, sedie, lampade e poltrone non sono solo oggetti da restaurare, ma pezzi unici e originali...
Leggi l'articolo originale su iljournal.it
Disindustrial, tra arte e design Creatività, rispetto per l'ambiente e un team tutto al femminile. 13 Luglio 2010
Disindustrial si appresta ad entrare nel mondo del living concept proponendo prodotti a metà tra l'arte e il design.
Interpretando le ultimissime tendenze del lifestyle, il nuovo brand presenta oggetti restaurati e reinterpretati secondo la propria poetica di recupero ecosostenibile. I vecchi mobili si trasformano grazie ad eleganti colorazioni che si avvicinano ai toni naturali e ai nuovi particolari inserti, realizzati con le migliori carte da parati.
Le vecchie poltroncine sono ulteriormente valorizzate grazie all'uso di ricercatissimi tessuti, come ad esempio le mongolfiere di Piero Fornasetti.
Il passato e il futuro vengono assimilati all'interno di ogni complemento d'arredo che è quindi in grado di rivivere una seconda vita.
Tutti gli oggetti sono ri-creati recuperando il legno e utilizzando solo vernici a base d'acqua, con un occhio di riguardo per l'ambiente.
Leggi l'articolo originale su Living24.it
INT - Design, arriva "Disindustrial" la nuova era del living concept (com/fbu) 8 lug 2010 12:20
Roma, 8 lug (Il Velino) - Creatività, rispetto per l'ambiente e un team tutto al femminile. Questi gli ingredienti di Disindustrial che in perfetto equilibro tra arte e design fa il suo ingresso nel mondo del living concept. In linea con le tendenze più contemporanee del lifestyle, Disindustrial supera il concetto dell'abitare, proponendo elementi d'arredo unici, restaurati e reinterpretati secondo la poetica del brand. Un recupero che, partendo dall'eco-sostenibilità, fornisce un "supplemento d'anima" a ogni pezzo trattato. Vecchie librerie, poltroncine, tavoli e mobili porta liquori vengono trasformati assumendo eleganti cromie che ammiccano ai toni naturali. Inserti decorativi, realizzati con le migliori carte da parati (Collezione Roma Made in Italy, Mi-sha, Cole&Son) caratterizzano le superfici esterne dei pezzi facendone risaltare le linee stilistiche originali. Poltroncine e complementi d'arredo vengono ulteriormente impreziositi utilizzando tessuti di ricerca, tra cui le celebri Mongolfiere di Piero Fornasetti...
Leggi l'articolo completo su ilvelino.it